Page 20 - Anthropos
P. 20
L
e opere esposte in mostra che a prima vista si presentano come semplici manufatti di buona
fattura nascondono, in realtà, una miriade di significati. Valutarle con i codici di lettura e
interpretazione prettamente occidentali è sicuramente riduttivo. Decodificandone i segni
è possibile capirne il simbolismo, le interrelazioni, la volontà creativa e spirituale dei popoli che
le hanno create. La loro funzione, solo minimamente contemplativa, è legata ad un pratico e mai
banale utilizzo.
A qualsiasi latitudine ed in qualsiasi epoca storica l’uomo ha sempre materializzato, in semplici
oggetti o complesse opere d’arte, le importanti domande sul “senso del vivere”, sulle regole del
fluire del tempo, sul mistero della vita e della morte.
L’esistenza di tutti gli uomini è fatta di cose materiali e immateriali che si fondono e guidano la sua
esistenza. L’essenza dell’“essere uomo” è data proprio dalla sua innata propensione all’immaterialità.
Una caratteristica che lo distingue dagli animali e che si riconosce, da sempre, in tutti i popoli che
la vivono e la trasmettono attraverso i loro canoni sociali, culturali e relazionali.
Per questo le opere esposte, ricche di simboli e significati nascosti, per essere comprese devono
essere contestualizzate etnoantropologicamente, senza però pretendere di poterne trarre una
esaustiva lettura.